lunedì 30 gennaio 2017

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TURI SIMETI AL PALAZZO BELMONTE RISO DI PALERMO


DAL 3 MARZO ALL’11 GIUGNO 2017
A PALAZZO BELMONTE RISO DI PALERMO
OPERE GRANDI
LA PERSONALE DI TURI SIMETI
a cura di Bruno Corà





Dal 3 marzo all’11 giugno 2017, il Polo Museo regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Belmonte Riso di Palermo presenta la personale di Turi Simeti (Alcamo TP, 1929), dal titolo Opere grandi,curata da Bruno Corà, con la collaborazione dell’Archivio Turi Simeti e della Almine Rech Gallery.
L’iniziativa, promossa dal Polo Regionale d’Arte moderna e Contemporanea di Palermo e dall’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e all’Identità siciliana, non ha solo il valore di riconoscimento nei confronti dell’opera di uno degli artisti più significativi emersi negli anni Sessanta, ma anche quello di posizionarlo in quella feconda generazione di protagonisti della cultura visiva siciliana che assieme a Simeti annovera, tra gli altri, Carla Accardi, Antonio Sanfilippo, Pietro Consagra, Emilio Isgrò e Renato Guttuso.
“Con la mostra di Turi Simeti – dichiara Carlo Vermiglio, Assessore ai Beni Culturali e dell'Identità Siciliana - il Polo Museale Regionale d’Arte Moderna e contemporanea di Palazzo Riso prosegue il percorso di valorizzazione degli artisti siciliani più significativi nel panorama nazionale ed internazionale offrendo al pubblico la possibilità di riflettere sul ruolo che la Sicilia ha giocato quando i protagonisti della scena creativa hanno saputo guardare al di là dei propri confini e confrontarsi con le esperienze più innovative della ricerca artistica contemporanea senza perdere la propria cifra originale e distintiva”.
"Il Polo Museale d'Arte Moderna e Contemporanea - afferma Valeria Li Vigni direttrice del Riso - conferma il suo programma dei grandi eventi dedicati agli artisti siciliani, che hanno ottenuto riconoscimenti internazionali. Il Museo celebra, con questa mostra, il giusto riconoscimento al grande lavoro svolto da Turi Simeti, condividendolo con i cittadini dell'intera regione. Simeti, siciliano nato ad Alcamo, inizia il percorso artistico da autodidatta, fortemente alimentato attraverso la frequentazione degli ambienti romani dove incontra grandi artisti e critici di fama internazionale, che influenzano la sua formazione e il riconoscimento a pieno titolo nella storia dell'arte. I suoi ovali e il rapporto tra forma e spazio, l'equilibrio tra forma e colore e al di sopra di tutto la Sicilia, musa ispiratrice dove ritorna per lavorare en plein air, sono alla base della sua produzione in continua evoluzione”.
“Con Turi Simeti - prosegue la direttrice - si conferma la tradizione di un nuovo linguaggio artistico, che negli anni '50 parte proprio dalla Sicilia, ed oggi raccolto dal museo Riso che ribadisce il ruolo di Museo/laboratorio dell'Arte Contemporanea, luogo dove si crea cultura, ricerca e si costruisce il futuro delle giovani generazioni”.
La scelta del curatore ha privilegiato per l’appuntamento palermitano un percorso che prevede l’esposizione di oltre venti lavori recenti di grandi dimensioni, realizzati fra il 2015 e il 2016, caratterizzati dal denominatore comune della vastità delle superfici, cui si aggiungeranno altri dieci dipinti di dimensioni minori, che occuperanno il piano nobile di Palazzo Belmonte.
Come sottolinea Bruno Corà, nel suo testo in catalogo (Skira), “La coerenza del percorso linguistico e formale e la costanza nella sensibilizzazione della superficie elaborata da Simeti mediante l'ovale si rivelano così, insieme con una predilezione per il colore monovalente, gli aspetti salienti e inesauribili del suo lavoro. In esso gioca un ulteriore ruolo la sapiente amministrazione della luce e dell'ombra nelle diverse modulazioni delle tele. In ogni quadro, in tal modo, perfino la misura dei supporti concorre a distinguere la qualità plastica e morfologica delle immagini che Simeti è in grado di suscitare. Nella spazialità che egli consegue, gli intervalli di superficie priva di sensibilizzazione, gli apparenti “vuoti”, gli inauditi silenzi, come nelle costellazioni sospese nel cosmo, assumono valenze incisive e concorrono all'immagine dell'opera con lo stesso peso assegnato e raggiunto dagli ovali, i quali, come pianeti, compongono la reciproca dinamica di attrazione e gravitazione spaziale”.
A chiusura della mostra, sarà presentato il catalogo ragionato dell’opera di Turi Simeti, in due volumi, edito da Skira, realizzato dall’Archivio Simeti, per la cura di Antonio Addamiano e Federico Sardella. 


Turi Simeti. Note biografiche.

Turi Simeti (Alcamo, 1929; vive e lavora a Milano) nel 1958 si trasferisce a Roma, dove avvia i primi contatti con il mondo dell’arte; avrà poi modo di soggiornare a Londra, Parigi, Basilea e New York, entrando così in contatto con l’avanguardia artistica dell’epoca e muovendosi in sintonia con la dilagante volontà di azzeramento della tradizione e dei codici precostituiti. All’interno di questa rigorosa aspirazione riduzionista, il suo linguaggio acquista una definita riconoscibilità attraverso l’uso della monocromia e del rilievo come uniche procedure compositive. Compare così la figura dell’ellisse, destinata a diventare la cifra iconica dell’artista e la forma che emblematicamente esprime il sentimento attorno al quale, ancora oggi, si sviluppa e si dispiega il suo processo creativo.

Il lavoro di Turi Simeti è rappresentato da Dep Art, Milano; Almine Rech Gallery, Bruxelles, Londra e New York; Tornabuoni Art, Parigi; Volker Diehl, Berlino; The Mayor Gallery, Londra.
Le sue opere sono conservate in importanti collezioni pubbliche e private in tutto il mondo, fra le quali, Fondazione Prada, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, Museion - Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Bolzano, Museo del Novecento di Milano, Museo Civico d’Arte Contemporanea Ludovico Corrao, Gibellina, Museu de Arte Moderna di Rio de Janeiro, Kunsten Museum of Modern Art, Aalborg, Danimarca, Fondazione Schaufler, Sindelfingen, Germania, Museum Voorlinden, Wassenar, Paesi Bassi.

 Turi Simeti, 5 ovali blu e nera 120x150 cm,2016

 Turi Simeti, 4 ovali rossi, 120x150 cm, 2010

Turi Simeti, 13 ovali grigi 150x250 cm, 2015

Turi Simeti, 4 ovali rossi, 180x140 cm, 2015


                                                                  

Palermo, gennaio 2017

TURI SIMETI. Opere grandi
Palermo, Palazzo Belmonte Riso (corso Vittorio Emanuele, 365)
3 marzo – 11 giugno 2017
Inaugurazione: giovedì 2 marzo 2017, ore 18.00

Info
Tel. +39 091 587717 / +39 091 320532
urp.museo.riso.bci@regione.sicilia.it

Orario biglietteria
martedì, mercoledì, domenica 10.00 - 19.30
giovedì, venerdì, sabato 10.00 - 23.30
lunedì chiuso, eccetto i festivi

Ingresso
intero euro 6;
ridotto euro 3
Catalogo: Skira
Museo Riso

AL MARCA DI CATANZARO L’ANTOLOGICA DI PINO PINELLI


AL MARCA DI CATANZARO
DAL 4 FEBBRAIO AL 1° APRILE 2017

L’ANTOLOGICA DIPINO PINELLI

   



La mostra, dal titolo La pittura disseminata, presenta un’ampia selezione di 21 opere che ripercorrono la sua vicenda artistica, dagli anni settanta a oggi.
Dal 4 febbraio al 1° aprile 2017, il MARCA - Museo delle Arti di Catanzaro, diretto da Rocco Guglielmo, ospita l’antologica che analizza il percorso creativo di Pino Pinelli (Catania, 1938), tra i maggiori esponenti dell’arte italiana del dopoguerra e gli interpreti principali dell’Arte Analitica.
La mostra, curata da Giorgio Bonomi, organizzata dalla Fondazione Rocco Guglielmo e dall’Amministrazione Provinciale di Catanzaro, in collaborazione con l’Archivio Pino Pinelli di Milano, presenta 21 opere, realizzate dall’artista siciliano dagli anni settanta a oggi, sia di grandi dimensioni sia di misure più contenute, che delineano in maniera esaustiva le diverse sfumature della sua poetica.
A partire dagli anni sessanta in Italia abbiamo assistito alla nascita di una vera e propria rivoluzione stilistica. Gli artisti avvertirono il limite del quadro, inteso come insieme di tela e cornice: le superfici videro la comparsa di estroflessioni, come nel caso di Bonalumi e Castellani, così come era stato nel decennio precedente per i tagli di Lucio Fontana.
Dal canto suo, Pino Pinelli, che nasce pittore utilizzando i classici mezzi del mestiere, respirò la temperie culturale di quel periodo e giunse alla “disseminazione” - per utilizzare un termine proprio dell’arte di Pinelli - “frammentando” l’oggetto quadro negli elementi che lo compongono (tela e telaio) e coinvolgendo in questo processo l’elemento estraneo al quadro stesso: la parete che, perdendo la sua condizione di neutralità, ne diventa coprotagonista capace di accogliere elementi di colore puro, declinati in forme ora corrucciate, ora raggrumate, ora lineari e asciutte, ora a frattali e libere, raccolte in genere in un percorso leggermente arcuato, quasi a voler imitare il gesto del seminatore.
Dapprima le “disseminazioni” sono composte di pochi elementi, poi nel corso degli anni, fino a oggi, i “pezzi” si moltiplicano anche in modo considerevole.
I suoi lavori usano in prevalenza i colori fondamentali (rosso, blu, giallo, nero, bianco e grigio), ma anche i complementari. La pluralità della disseminazione, a volte, si riduce, ma mai a meno di due “parti” e, anche quando non tutta l’opera è monocroma, lo sono i singoli componenti.
Quella di Pinelli è una pittura “materica”, una sorta di concentrazione atomica del colore (realizzato con una tecnica molto personale) per cui le sue opere che con la “frammentazione” hanno una forza centrifuga, poi nella totalità dell’opera acquistano una forza, uguale e contraria, cioè centripeta: la parete così, da passivo elemento di appoggio, diviene il vero e proprio supporto, come lo sono la tela o il legno nella pittura più tradizionale, e su di essa l’artista, novello “seminatore” “sparge le parti dell’opera.
Accompagna l’esposizione un catalogo bilingue (italiano e inglese) Silvana editoriale, con una lunga conversazione tra Pino Pinelli e Giorgio Bonomi, a cura di Lara Caccia.

Pino Pinelli. Note biografiche
Pino Pinelli nasce a Catania nel 1938, dove compie gli studi artistici. Nel 1963 si trasferisce a Milano, dove tuttora vive e lavora, affascinato e attratto dal dibattito artistico di quegli anni, animato da figure quali Lucio Fontana, Piero Manzoni, Enrico Castellani. Partecipa ai premi San Fedele e nel 1968 tiene la sua prima mostra personale alla Galleria Bergamini. Nei primi anni ’70 Pinelli avvia una fase di riflessione e di ricerca, in cui tenta di mettere a fuoco l’imprescindibile nesso fra tradizione e innovazione, con particolare attenzione alla superficie pittorica, alle vibrazioni della pittura. Nascono così i cicli delle “Topologie” e quelli dei “Monocromi”, la cui superficie comincia a essere mossa da sottile inquietudine, quasi che l’artista volesse restituire il respiro stesso della pittura. Queste esperienze lo fanno collocare nella tendenza che Filiberto Menna definì “pittura analitica”, anche se dal 1976 Pinelli riduce drasticamente la dimensione delle sue opere, che si vanno collocando nello spazio, accostate l’una all’altra, quasi che una deflagrazione avesse investito le sue grandi tele e avesse generato una disseminazione dei loro frammenti nello spazio: l’artista abbandona tela e telaio, attratto dal concetto stesso di pittura.
Rompere il concetto di quadro in frammenti è l’atto “disperato” del pittore europeo che avverte il peso della storia, si sente schiacciato da questa enormità imprescindibile che è la coscienza di ciò che è stato prima: l’unico atto possibile è dunque quello di “pensare” la pittura più che di “farla”. Gli artisti italiani non possono avere l’atteggiamento dell’artista americano che, giorno dopo giorno, si deve creare e ritagliare la propria storia; ma per l’artista che vive nella terra di Piero della Francesca, di Masaccio e che avverte il peso della Storia dell’Arte, l’unico atteggiamento possibile è quello di “caricare” la pittura di un nuovo senso.
Nell’opera il “rettangolo tagliato” la parete diventa protagonista in quanto perde la sua condizione di neutralità creando un tutt’uno con il lavoro, mentre nei lavori costituiti da più elementi pittorici questi si moltiplicano e migrano seguendo un percorso prestabilito, leggermente ad arco, quasi a voler mimare il gesto del seminatore, dando così luogo alla disseminazione.
Al di là delle etichette di “pittura analitica”, le opere di Pinelli sono corpi inquieti di pittura in cammino nello spazio, fluttuanti e migranti in piccole o grandi formazioni, fatte di materiali che recano impressi i segni di un’ansiosa duttilità, e che esaltano la fisicità tattile e la felicità visiva di un colore pulsante di vibrazioni luminose. Ha tenuto oltre cento mostre personali in musei e istituzioni culturali italiane e internazionali, tra cui: Kunstverein Villa Franck di Ludwigsburg, Musée d’Art di Langres, Forum Kunst di Rottweil, Civica Galleria d’Arte di Gallarate, Kunstverein Schloss Lamberg di Steyr, Centro Espositivo la Rocca Paolina di Perugia, Istituto Italiano di Cultura di Londra e Praga, Cascina Roma di San Donato Milanese, Villa La Versiliana di Pietrasanta, Museo Archeologico Eoliano “Bernabò Brea” di Lipari, Palazzo del Duca di Senigallia, Palazzo della Cultura di Catania.
Tra le numerosissime mostre collettive, ricordiamo: Biennale di Venezia (1986 / 1997), Quadriennale di Roma (1986 / 2006), Triennale d’Arte Lalit Kala Akademi di Nuova Delhi, e tra i musei: Galleria Civica di Modena, Galleria Civica di Torino, Musée d’Art Moderne di Parigi, Galleria Nazionale di Roma, Palazzo Forti a Verona, Villa Arson di Nizza, Kunstverein di Hannover, Haus am Waldsee di Berlino, Kunstverein di Bregenz, Hochschule für Angewandte Kunst di Vienna, Kunstverein di Francoforte.
Tra le esposizioni più recenti: Trademark, Fabbriche Chiaramontane di Agrigento, Figure Astratte, Palazzo Rospigliosi di Roma, Fontana Manzoni Pinelli presso la Kreissparkasse di Rottweil, Figure Mancanti, Palazzo Bricherasio di Torino, Pittura 70, Fondazione Zappettini di Chiavari e Milano, Arte italiana al MART di Rovereto, Pittura analitica al Museo della Permanente di Milano, Pittura Aniconica. Percorsi tra arte e critica in Italia 1968-2007, Casa del Mantegna di Mantova, Pensare Pittura – Una linea internazionale di ricerca negli anni ‘70, Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce di Genova , Le noir absolu et le lecons de ténèbres, Villa Tamaris Centre D’Art di La Seyne sur Mer, in Francia, Monocromo. L’utopia del colore, Convento del Carmine di Marsala, Superfici sensibili, CAMeC di La Spezia, Immagine della Luce, Villa Clerici di Milano, BAG, installazione all’Università Bocconi di Milano.
Nel 2016 ha tenuto una grande monografica al Multimedia Art Museum di Mosca.


 Pino Pinelli, Pittura B. R., 2012
disseminazione di 24 elementi 36 x 39 cm (ciascuno)


Pino Pinelli, Pittura BL. G., 1993, tecnica mista,
disseminazione di 16 elementi 85 x 85 cm (ciascuno)


 Pino Pinelli, Pittura R, Pittura R., 1986,
tecnica mista, 3 elementi 26,5 x 105 cm


Pino Pinelli, Pittura R, Pittura R., 1986,
tecnica mista, 3 elementi 26,5 x 105 cm




Catanzaro, gennaio 2017

PINO PINELLI. La pittura disseminata
Catanzaro, Museo MARCA (via Alessandro Turco, 63)

Dal 4 febbraio al 1° aprile 2017

Orari:
Tutti i giorni, 9.30-13.00; 15.30-20.00
Lunedì chiuso

Ingresso: intero: € 4,00; ridotto: € 3,00

Per informazioni:
Tel. 0961.746797; info@museomarca.com
www.museomarca.info

Catalogo: Silvana Editoriale